Fu
Carlo V che in seguito ad un suo soggiorno a
Marsala, con atto stipulato il 25 marzo 1549 nella
Chiesa Madre, affidò l’incarico del progetto della costruzione dei bastioni all’Ingegnere Piero Prato.
Il progetto prevedeva il ripristino e l’allargamento delle mura e la realizzzione di quattro bastioni.
Furono impiegati per la costruzione 10.000 scudi, provenienti per metà dalla Regia Corte e per metà da una raccolta popolare.
I bastioni furono costruiti per creare una difesa dalle scorrerie corsare di
Dragutte, già penetrate nella città e dalle navi turche di
Solimano che avevano base operativa a Tunisi.
Bastione S. Francesco

La sua costruzione fu affidata nel 1551 ad
Andrea Milazzo, il quale utilizzò la pietra molto solida estratta dalla contrada Favara. Giunge a noi quasi per intero. Il
Bastione San Francesco ha un'altezza di 8,90 metri, è formato da 19 filari di conci di tufo tutti uguali e da un cordone in tufo sporgente di 30 cm. Oggi sul bastione, parte della
Villa Comunale "Felice Cavallotti", vi è un bellissimo giardino. I quattro grossi stemmi di marmo che vi sono murati provengono dalla demolizione di Porta Mazara. I primi due, l’uno con una testa di Apollo con la scritta S.P.Q.L. e l’altro con il nome greco di Marsala
LILYBAITAN, rappresentano gli antichi stemmi di
Lilibeo; il terzo è l'antico stemma di
Marsala raffigurante la Madonna della Grotta; il quarto è lo stemma dei Borboni di Spagna.
Bastione Velasco
Il
Bastione Velasco (foto in basso), tra le vie Sibilla e Bottino, a poca distanza da
Porta Garibaldi, fu realizzato nel 1563 dal
Capitano d'Armi Bernardino Velasco da cui prese poi il nome. Di esso è visibile solo una parte perchè l'altra è nascosta da edifici moderni. Nel parapetto che si affaccia su via Sibilla sono visibili alcuni elementi dei ripari che consentivano ai difensori di sparare mantenendosi al riparo. Restaurato nel 1997, è ora un belvedere arricchito da un giardino.
Bastione S. Antonio
Iniziato per ordine di
Giovanni Pignoso, Capitano d’armi di Marsala e sospeso per un attacco dei turchi che tentarono di violare le mura della città, fu realizzato, grazie alle maestranze dei muratori che completarono l’opera verso il 1555. L’11 novembre 1662 fu distrutto, insieme all’adiacente
Convento della Grazia, da un fulmine che colpì un vicino deposito bellico. A noi è pervenuta solo una parte del fianco di nord-est, visibile solo all’interno di un cortile privato in via Edoardo Alagna.
Bastione S. Giacomo
Di esso si hanno poche notizie. I documenti relativi andarono distrutti ma appare ancora integro nelle mappe catastali del 1898. Di forma pentagonale, ha le facce inclinate al tiro nemico, è andato per la maggior parte distrutto nel 1900 per far spazio alla costruzione di via Amendola, vicino all’attuale carcere. Oggi resta la camicia che lo circondava, realizzata a spessore costante per tutta l'altezza, ed é ancora circondato dal fossato che ha una profondità di 12 metri.