Il tofet (o tophet) è il tipico santuario fenicio-punico a cielo aperto consistente in un'area consacrata dove venivano deposti e sepolti ritualmente i resti combusti dei sacrifici e dalle sepolture infantili. Quello di Mozia si trova sulla costa nord occidentale dell’isola, risale probabilmente alle origini dell’insediamento, VIII-VII sec. a.C., e restò in funzione da allora sino alla distruzione dell’isola nel 397 a.C.

In una prima fase, il santuario occupava una un’area ristretta. Le urne, costituite da ceramica a impasto di produzione locale, venivano deposte sulla roccia a volte ricoperte da tumuli di pietre che raramente presentano una pietra ritta sulla sommità. Successivamente le deposizioni si infittirono e iniziarono a essere spesso racchiuse da lastre infisse nel terreno e segnalate da cippi o stele.
In un secondo momento, dalla metà del VI sec. a.C., il santuario fu esteso verso est per le deposizioni e verso ovest con la costruzione di un piccolo tempio rettangolare di 10 mt per 5, munito di un piccolo podio, forse un altare. Vi sono stele e cippi di grande dimensioni con iscrizioni e raffigurazioni simboliche.
Le indagini in questa importante area sono riprese negli ultimi anni a cura e per iniziativa dell’Università La Sapienza di Roma. L’archeologia del santuario, con le sue steli in pietra, le sue iscrizioni riguardanti nomi e origini genealogiche degli abitanti, i suoi vasi in terracotta, può essere considerata la più ampia fonte d’informazioni e di notizie della città e dell’arte tecnica della scultura e del disegno, delle iconografie divine, degli elementi di costume e dell’artigianato.